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The Books' Whisper

Literary Consultant and Scout
How to be a heroine

How to be a heroine

You can find my English review here.

Questo libro è una retrospettiva sulle "donne letterarie" (sia le scrittrici che i personaggi) più amate dall'autrice sin dall'infanzia, come le sorelle March, Sylvia Plath, Ariel la sirenetta, Jane Austen, Lizzy Bennet e molte altre.

La Ellis esplora come le sue eroine hanno plasmato la sua giovinezza, per capire se ancora oggi sarebbero i modelli giusti da seguire (non solo per lei, ma per la donna moderna).

La Ellis (femminista convinta) è un'ottima scrittrice, ha uno stile scorrevole e un buon senso dell'umorismo, è molto brava a intrecciare le storie delle sue eroine con la sua esperienza di vita e, anche quando passa da un personaggio all'altro, si percepisce sempre un senso di continuità, come un bravo dj che sa cambiare i brani senza mai interrompere il ritmo e l'atmosfera.

È molto bello il modo in cui utilizza i libri analizzati come strumenti per trovare se stessa e diventare la donna che desidera essere. Tuttavia, a volte scivola eccessivamente nel giudizio e nella rabbia (in quei casi usa spesso l'espressione "mi infuria") verso quelle eroine solo perché non erano "abbastanza femministe", giudicandole dunque secondo la sua visione moderna delle donne e del femminismo e dimenticandosi del contesto sociale e storico in cui esse vivevano.

In fondo al libro c'è la lista dei libri di riferimento per ogni capitolo, che è molto esaustiva e interessante.

Nel complesso è un buon libro (anche se a mio parere Take Courage, la sua biografia sulla scrittrice Anne Brontë, è migliore) e potrebbe anche essere un interessante "testo supplementare" in un corso universitario sul femminismo.

«Come Shahrazād, che quando sono successe cose brutte non è diventata una vittima, ma ha scritto e riscritto la storia della sua vita.  Ecco com'è diventata un'eroina: ha improvvisato.

Non ci sono rimpianti nell'improvvisazione, né errori. Tutti gli incidenti sono fortunati incidenti, sono inviti a prendere una direzione nuova ed eccitante, a cambiare il gioco. C'è un principio dell'improvvisazione cui io penso molto: si chiama "sì e". Quando un attore fa un'offerta, l'altro deve accettarla (sì) e offrire qualcosa a sua volta (e), altrimenti l'improvvisazione si interrompe. "Sì e" sembra il segreto della vita, non solo dell'improvvisazione. Dobbiamo continuare a fare delle scelte, continuare a trasformarci. Le storie di Shahrazād non finiscono mai. Ogni storia nelle Mille e una notte apre una porta che conduce a un'altra storia. Non so se io avrò il mio lieto fine, ma perché preoccuparsene? Perché preoccuparsi in generale di una fine? Non so cosa farò e per la prima volta da sempre, non me ne importa. Voglio che la mia vita sia picaresca, fantastica. Voglio dire: "sì e".»

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